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AMBIENTI E SPAZI CONFINATI: LE MISURE DI SICUREZZA DA RISPETTARE

08-05-2024 00:17

Bruno Antonio Tindaro

Sicurezza Cantieri,

AMBIENTI E SPAZI CONFINATI: LE MISURE DI SICUREZZA DA RISPETTARE

Notizie in materia di sicurezza sul lavoro.

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AMBIENTI E SPAZI CONFINATI: LE MISURE DI SICUREZZA DA RISPETTARE.

 

In occasione del recente tragico incidente sul lavoro avvenuto il 6 maggio 2024 a Casteldaccia, in provincia di Palermo, facciamo il punto sulla normativa di riferimento in materia di spazi confinati: le regole per la qualificazione delle stazioni appaltanti, gli obblighi del datore di lavoro, i pericoli per i lavoratori e alcuni strumenti informativi per prevenire il rischio e garantire la sicurezza di questi contesti di lavoro.

 

Strage di Casteldaccia: l’incidente, le vittime

In base alle risultanze delle indagini “riportate da AGI” , l’incidente ha riguardato cinque operai, e un sesto in gravissime condizioni: operavano in un ambiente saturo di gas, prodotto di fermentazione dei liquami durante una normale attività di manutenzione nella vasca dell’impianto di sollevamento di acqua reflue di via Nazionale dell’Amap, l’azienda acquedotti del Comune di Palermo.

 

La dinamica dell’incidente al momento ricostruisce un quadro in base al quale i lavoratori calatisi nell’attività hanno perso i sensi uno dopo l’altro a causa del gas tossico presente (idrogeno solforato). Agi riporta “l’assenza di protezioni e mascherine” .

 

Sull’incidente è stata avviata una inchiesta della procura di Termini Imerese, che ha disposto il sequestro dell’impianto.

 

Da Palermo a Firenze: la piaga infortuni ed il nodo del subappalto a cascata

 

Questo “incidente segue a quelli gravissimi di Firenze” con il crollo del cantiere Esselunga che ha riaperto la questione della qualificazione delle stazioni appaltanti e le criticità del “subappalto a cascata” . Aspetti questi che hanno portato al recentissimo Decreto PNRR-bis che ha riscritto l’art.27 del Testo unico di Sicurezza sul lavoro inserendo la “Patente a crediti” per l’edilizia.

 

Il mondo degli spazi confinati e sospetti di inquinamento, però, aveva già una sua regolamentazione autonoma con forme di qualificazione delle stazioni appaltanti ben individuate.

Ambienti-Spazi confinati: la normativa di sicurezza

La normativa per appalti e spazi confinati riferisce al Dpr 177/2011 per la qualificazione delle imprese che operano in questi ambienti.

 

Prim’ancora gli spazi confinati sono stati regolati nel testo Unico di Sicurezza sul lavoro: l’articolo 66 del D.Lgs. n.81/2008 delinea le disposizioni generali per l’esecuzione dei la[1]vori in ambienti sospetti di inquinamento mentre l’art. 121 si occupa della presenza di gas negli scavi.

 

Quali sono gli Spazi “confinati”?

Dalla lettura di entrambi gli articoli letti congiuntamente, individuano dunque come ambienti confinati: pozzi, pozzi neri, fogne, cunicoli, camini e fosse, gallerie e – in generale – ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili in cui sia possibile il rilascio di gas deleteri.

 

Il p.to 3  dell’allegato IV del D.Lgs. n.81/2008 definisce i  requisiti che devono possedere i luoghi di lavoro  costituiti da vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti e silos.

 

Spazi confinati e rischi per i lavoratori

Prima di effettuare i lavori è necessaria una preliminare e approfondita analisi per individuare i rischi connessi all’accesso in ambiente confinato e definire di conseguenza le idonee misure di prevenzione e protezione da mettere in atto.

 

Il D.Lgs. 81/08 non ha però previsto quali requisiti di formazione debbano avere i lavoratori che operano all’interno degli ambienti confinati. Si è provveduto in tal senso con il D.P.R. 177/117, che ha introdotto un regolamento per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi .

 

Il Regolamento riguarda:

  • la qualificazione delle imprese e dei lavoratori che operano in ambienti confinati
  • le procedure di sicurezza

 

La qualificazione delle imprese per gli spazi confinati

Qualsiasi attività lavorativa che operi nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può, dunque, essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso di requisiti specifici.

 

L’azienda deve avere del personale, in percentuale non inferiore al 30% della forza lavoro, con esperienza lavorativa di almeno tre anni in ambienti sospetti di inquinamento o confinati; tale esperienza deve essere necessariamente posseduta dai preposti.

 

Il personale deve essere formato e informato sui fattori di rischio propri di tali attività, con verifica di apprendimento e aggiornamento.

 

Ricordiamo che l’Ispettorato con Nota 694 del 24 gennaio 2024 ha fornito chiarimenti alle problematiche sull’obbligatorietà della certificazione dei contratti per il personale impiegato in servizi resi in ambienti sospetti di inquinamento o confinati in regime di appalto o subappalto ai sensi del Titolo VIII, capo I, del D.Lgs. n. 276/2003.

 

Procedure di sicurezza per spazi confinati

Prima di consentire l’accesso agli ambienti  confinati, il datore di lavoro committente deve informare tutti i lavoratori dell’impresa appaltatrice su:

  • le caratteristiche dei luoghi in cui sono chiamati ad operare;
  • tutti i rischi esistenti negli ambienti di lavoro, ivi compresi quelli deri[1]vanti dai precedenti utilizzi degli ambienti di lavoro;
  • le misure di prevenzione ed emergenza adottate in relazione alla pro[1]pria attività.

 

Lo scambio di informazioni deve essere realizzato in un tempo sufficiente ed adeguato al completo trasferimento delle informazioni; si ritiene adeguata la durata minima di un giorno per acquisire tali informazioni.

Rischi da interferenze negli spazi confinati

 

Il datore di lavoro committente è anche tenuto a nominare un proprio rappresentante, che deve vigilare – con funzione di indirizzo e coordinamento – sulle attività svolte dai lavoratori dell’impresa appaltatrice o dai lavoratori autonomi. Ciò al fine anche di limitare i rischi di interferenza tra le attività svolte da entrambi.


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